Dove può nascere un nuovo tempio del tifo napoletano? In un bar, in una pizzeria? No, in parrocchia!
Club Napoli Colli Aminei: il club nato in parrocchia per unire il quartiere attraverso lo sport e la solidarietà.

Club Napoli parrocchia

Cosa ha in comune la fede calcistica con quella religiosa? A Napoli, la risposta prende la forma di una realtà nuova: un Club Napoli Colli Aminei che non sorge in un bar o in una sede privata, ma nel cuore di una parrocchia, quella dei Padri Rogazionisti ai Santi Antonio di Padova e Annibale Maria.

Le domande che “sorgono spontanee” sono tante, così decidiamo di saperne di più, raggiungendo telefonicamente la Consigliera  del neonato “Club Napoli”, insegnante al Liceo Pansini di Napoli ma soprattutto tifosissima della squadra partenopea.

“Io ho un’antica passione per il Napoli, un amore di tradizione, per così dire: mia madre andava allo stadio quando ero ragazza ed ho vissuto i gloriosi e sorprendenti tempi di Maradona. Il Napoli  mi ha sempre regalato tante emozioni, ovviamente personalmente non gioco a calcio ma seguo con interesse e mi faccio consigliare da mio figlio.” – ci confida durante il nostro colloquio.

Buon pomeriggio. Abbiamo saputo di questa iniziativa, promossa nel quartiere Colli Aminei, della creazione di un Nuovo club Napoli, puoi dirci qualcosa di più?

Il Club Napoli dei Colli Aminei è nato 14 agosto di quest’anno. L’idea è partita da un gruppo di tifosi del quartiere innamorati della maglia azzurra, però ha una particolarità: la sua sede si trova nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova e Annibale Maria, che è sempre stato punto di riferimento attivo e solidale nel quartiere.

Quali sono le finalità del vostro progetto?

 Il club non nasce solo come momento di aggregazione, confronto e organizzazione di eventi legati alla squadra del Napoli (vedere la partita insieme, fare dibattiti, presentazione di libri, ecc.), ma intende riuscire a creare un binomio tra solidarietà e passione sportiva, fungendo da veicolo per la costruzione di comunità e la promozione della partecipazione solidale. Lo spirito è quello di aggregare e creare comunità, offrendo agli associati anche una finalità sociale, supportando inoltre le attività parrocchiali.

Questo club è in continuità con precedenti iniziative analoghe nel quartiere?

Molti anni fa c’era un club del Napoli nel quartiere legato al nome del calciatore Massimo Filardi, tuttavia la nostra è un’iniziativa completamente nuova. Si sentiva l’esigenza di creare qualcosa legato alla passione sportiva che potesse anche generare comunità e diventare un punto di riferimento aggregativo per il quartiere. Non ha finalità di lucro, ma solo scopi associativi, di condivisione di un’idea sportiva e di coinvolgimento degli associati in attività di solidarietà.

La realtà del calcio è spesso declinata al maschile, così è anche nel Club Napoli dei Colli Aminei?

Il presidente del Club Napoli è una presidentessa: Paola Cerrato. È una donna molto attiva anche in parrocchia e una grande tifosa del Napoli, che partecipa anche alle trasferte della squadra. Abbiamo una forte presenza delle donne, persino in ruoli di responsabilità.

La congregazione dei Padri Rogazionisti ha nei suoi “carismi” (N.d.R.: dono speciale di Dio per il bene comune) l’accoglienza ed il sostegno a minori in stato di abbandono o disagio sociale, la vostra iniziativa nasce anche in riferimento al mondo giovanile del quartiere?

Certamente, ma non solo. I ragazzi del quartiere avevano già l’oratorio Karol, che di per sé è stato ed è un punto di riferimento aggregativo nel quartiere, avere ora anche un club Napoli può rappresentare un ulteriore opportunità per i giovani. Voglio però sottolineare che la nostra iniziativa è pensata non solo per i ragazzi, ma anche per gli anziani, che spesso hanno poche occasioni di socialità e d’interazione personale. Il club offre loro l’opportunità di incontrarsi, condividere un evento, assistere a una partita o partecipare a un momento di riflessione. In primo piano ci deve essere un discorso di solidarietà: sport, aggregazione, tifo, stare insieme ma al tempo stesso aiutare anche chi rimane indietro.

Il nostro scopo mira a coinvolgere attivamente la comunità intercettando l’esigenza comune di “fare gruppo” e condividere qualcosa di positivo. L’intento è promuovere un messaggio in cui lo sport aggrega, è pulito e unisce.

Qual è il ruolo del club nel contesto sociale più ampio della città di Napoli?

Penso che il calcio possa servire da “traghetto” per la protezione e il prestigio di Napoli. Vorremmo offrire ai ragazzi modelli di riferimento positivi e finalità di aggregazione costruttive, contrastando fenomeni come la violenza e la microcriminalità. Il doppio legame etico con la parrocchia e lo sport crea un doppio filone capace di attrarre molti giovani, in continuità con l’oratorio Karol già attivo in Pineta, per promuovere l’aggregazione di grandi e piccini attraverso la passione sportiva.

L’ultimo scudetto del Napoli ha influenzato la nascita di questa bella iniziativa?

Penso di si. I successi del Napoli hanno contribuito a creare ancora più entusiasmo nei confronti della squadra, anzi è opinione comune che la performance competitiva della compagine partenopea a livello nazionale possa essere un motore per un fiorire di positive opportunità per tutto il tessuto territoriale napoletano. Il Club Napoli non nasce tanto per “incrementare” il tifo partenopeo ma per raccogliere un’esigenza comune che tutti i cittadini napoletani facciano “squadra intorno alla grande Squadra del Napoli”.

L’appuntamento è per il 7 settembre, giorno dell’inaugurazione, sempre presso l’oratorio Karol dei Padri Rogazionisti, ovviamente.

 

 

 

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