“Stesa” con cinque colpi: in quattro arrestati dopo 7 mesi di indagini
Si è conclusa l'inchiesta sugli spari intimidatori a Falciano del Massico. Quattro indagati bloccati dai carabinieri, accusati di porto abusivo di armi

Fermato in hotel:minacce di morte in un giorno di festa

FALCIANO DEL MASSICO (Lucia Sforza)- Quattro persone sono state raggiunte da un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura della Repubblica e nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal Procuratore Pierpaolo Bruni. Il provvedimento arriva al termine di sette mesi di indagini condotte dai Carabinieri.
Gli indagati sono gravemente indiziati, in concorso tra loro, di reati gravi: detenzione e porto abusivo di arma da fuoco in luogo pubblico, minaccia aggravata e possesso illegale di cinque bossoli esplosi. Contestato in particolare l’episodio dell’esplosione dei cinque colpi di pistola in una pubblica via, in piena notte, avvenuta con la tipica e intimidatoria modalità della cosiddetta “stesa”.

L’atto intimidatorio del 19 marzo e l’allarme sociale

L’indagine ha preso il via a seguito del grave fatto accaduto la notte del 19 marzo scorso a Falciano del Massico. In quell’occasione, da un’autovettura in corsa, furono esplosi i cinque colpi di pistola in strada. L’atto intimidatorio destò un forte e comprensibile allarme sociale nella comunità locale, portando a un’immediata reazione delle forze dell’ordine.
Grazie a una tempestiva attività investigativa condotta dai militari del Reparto Territoriale Carabinieri di Mondragone, è stato possibile raccogliere importanti elementi indiziari. Determinante per risalire agli autori si è rivelata l’acquisizione e l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, sia comunali che privati, affiancata dalle perizie balistiche sui bossoli e da uno studio approfondito sui transiti delle autovetture considerate di interesse.

L’indagine, le prove e il pronunciamento della Procura

Gli approfondimenti investigativi hanno permesso, già nella fase embrionale delle indagini preliminari, di delineare gravi indizi di colpevolezza a carico dei quattro soggetti coinvolti, che sono oggi destinatari del provvedimento cautelare.
La Procura ha tuttavia tenuto a sottolineare, in ottica di garanzia, che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva. L’ordinanza di misura cautelare è stata adottata in una fase in cui il contraddittorio è limitato. Sarà compito del giudice del processo valutare nel merito le responsabilità, potendo anche escludere ogni addebito.
Il procedimento rappresenta un nuovo capitolo nella lotta alla criminalità e alle azioni violente che, come la “stesa”, mirano a intimidire intere comunità e a diffondere insicurezza sul territorio.

Stampa o condividi questo contenuto sui social anche tramite il bottone copia link (giallo):

Commento all'articolo