La funzione del Dollaro negli scambi internazionali (2^ ed ultima parte)
Il Dollaro moneta accettata da tutti e riconosciuta dalle economie mondiali.
La funzione del Dollaro e la sua importanza riconosciuta in tutti i settori economici mondiali
La forza di una moneta deriva da tre principali caratteristiche: da quanto è riconosciuta come unità di misura per dare un prezzo ad un bene o un servizio, dalla facilità con cui viene accettata come mezzo di pagamento e dall’affidabilità come riserva di valore.
Il dollaro rispetta tutte e tre le caratteristiche, e questo unito alla stabilità dell’economia americana, che ha la capacità di mantenersi costante nel tempo, fa si che il mondo ne riconosca il suo peso.
Nella realtà quindi il dollaro è accettato come moneta di scambio, il suo valore, a meno di particolari situazioni, tende a restare costante nel tempo facendolo diventare anche un “prodotto da investimento” in quanto non soggetto a particolari rischi di inflazione perché alle spalle c’è un’ economia solida che garantisce il valore negli anni.
Addirittura il dollaro può essere considerato un bene rifugio al pari dell’oro che in tempi difficili ed incerti può essere messo in portafoglio per diversificare i rischi dei propri investimenti.
Lo Sterlina Inglese fu la moneta di riferimento mondiale prima del Dollaro
Quanto esposto sopra fa si che una valuta diventa più sicura di un’altra, ed è ciò che negli anni è accaduto per il Dollaro.
Dall’inizio del XVII secolo con lo sviluppo del commercio tra paesi europei e le Nuove Terre scoperte oltreoceano le nazioni europee maggiormente attive in tal senso erano: Inghilterra, Olanda, Spagna e Portogallo. La più attiva era sicuramente la prima che già in Europa pagava in Sterline i suoi scambi commerciali molto sviluppati.
Quindi essendo la Sterlina la moneta più utilizzata che veniva accettata da tutti nei commerci internazionali fu per un bel po’ di tempo dal 600, nel 700, e per tutto l’800 quella moneta forte, nella quale si concentravano le tre caratteristiche descritte sopra e quindi accettata tacitamente da tutti.
Il sistema monetario mondiale quando era garantito dall’oro e come il Dollaro ha sostituito la Sterlina come moneta di importanza mondiali.
Ma come è avvenuto il predominio del Dollaro in questi ultimi cento anni? I sistemi monetari fino alla Prima guerra mondiale ruotavano intorno all’oro che era il vero protagonista. Il prezioso metallo con il Gold Standard era il garante dei sistemi di circolazione monetaria.
Era compito delle Banche Centrali conservare l’oro materialmente a garanzia delle banconote e delle monete che potevano sempre essere presentate in conversione contro oro.
Era proprio questa opzione che dava valore al circolante a patto che ci fosse proporzione tra l’oro depositato ed il valore nominale della valuta in circolazione. Il sistema andava in crisi quando il quantitativo di oro depositato diveniva inferiore al nominale delle monete e banconote circolanti.
I danni, i costi e la crisi economica post bellica mandarono in crisi i governi che non potevano emettere denaro senza copertura aurea; pertanto una buona parte di essi decise di sganciare la propria valuta dall’oro e svalutare il rapporto di cambio tra riserve e banconote emesse. Questo portò ad un nuovo sistema monetario internazionale, che si chiamava Gold Exchange Standard. Con questo alle diminuite riserve di oro potevano essere affiancate anche le valute che ancora erano convertibili e che venivano usate come riserva per i pagamenti.
La prolifica economia americana in quegli anni era al primo posto in quanto finanziava la ricostruzione. I dollari giravano ampiamente ed erano accettati senza problemi. Inoltre essendo l’America il paese con le più grandi riserve di oro fisico al mondo era anche il paese la cui moneta era la più diffusa e la più garantita.
Il Trattato di Bretton Woods
Ad ulteriore conferma di questa posizione arrivarono nel 1944 gli accordi di Bretton Woods con cui i principali paesi industrializzati ridisegnarono l’assetto economico, commerciale e monetario a livello internazionale con lo scopo di favorire la crescita economica e lo sviluppo. Con Bretton Woods nel 1944 fu proprio il dollaro che rimase l’unica valuta convertibile in oro a fare esso stessa da garante alle altre valute del sistema in quanto vincolate alla valuta americana. Per cui il dollaro sostenuto da una forte economia, divenne lo strumento di garanzia al pari dell’oro, e di fatto la moneta di scambio maggiormente affidabile tra tutte quelle legate al sistema.
Arriviamo quindi ad oggi e nonostante i sistemi monetari con conversione in oro delle valute non esistono proprio più, nel 1970 tramontò anche Bretton Woods, il dollaro resta di fatto la valuta di riferimento per buona parte degli scambi internazionali, per l’acquisto di materie prime, per tanti pagamenti internazionali, ed addirittura ci sono paesi che essendo dotati di valute di poca o scarsa importanza e circolarità redigono e rendono pubblici i propri bilanci in valuta americana.
Paesi del Centro o Sud America, oltre ad altre nazioni Oceaniche, o paesi con le economie emergenti ed anche alcuni paesi Africani adottano il dollaro come propria moneta, pur usando parallelamente una valuta locale. C’è anche un rischio però che questi paesi devono considerare: usare il dollaro può essere un vantaggio in quanto un’economia debole o in espansione si lega ad una valuta specchio di un’ economia forte, ma ciò può creare squilibri o stati di sudditanza economica.
Maastricht ha preso spunto dalla storia del Dollaro?
Si potrebbe ipotizzare che i rappresentanti delle nazioni europee seduti intorno al tavolo di Maastricht prendendo spunto dalla storia degli Stati Uniti abbiano pensato a creare una moneta unica. Lo scopo non dico fosse contrastare lo strapotere del dollaro, ma quanto meno porsi in una condizione paritaria e comunque più forte di come avrebbero potuto essere nei confronti del dollaro le valute delle nazioni europee singolarmente prese.
Mai sentito parlare di dedollarizzazione?
Su alcuni articoli di stampa o sul web si legge a volte di “dedollarizzazione” che come facilmente si intuisce rappresenta il desiderio dei governi di alcuni paesi di sganciarsi da questa egemonia, dando più risalto alle valute dei singoli stati ed ovviamente alle proprie. Sembra che in un recente passato paesi come Brasile, Iran e Cina abbiano pronunciato pensieri in tal senso.
Certo se vediamo il caso della Cina con lo sviluppo a livello mondiale che ha raggiunto in questi ultimi trenta anni sembra anche logico il desiderio che la loro valuta, lo Yuan assuma maggiore rilevanza a livello internazionale. Scalfire comunque ad oggi la posizione conquistata dalla valuta statunitense sembra piuttosto difficile per tutto quanto già precedentemente espresso, basti fare un’ultima considerazione relativamente al fatto che al momento, secondo il Fondo Monetario Internazionale, il 58% delle riserve valutarie mondiali, quindi in possesso delle Banche Centrali sono rappresentate da Dollari; contro un 20% espresso in Euro più un restante paniere misto composto da valuta di minore rilevanza.
Commento all'articolo