Borsa Italiana – I Titoli Azionari (terza ed ultima parte) 4 puntata di “Pillole di Finanza”
Le Società Quotate

Borsa Italiana

I vari segmenti di mercato di Borsa Italiana e le società presenti nel listino.

L’Inizio della Trasformazione: La Legge delle Sim (1991)

La Borsa Valori ha cominciato a subire una grande trasformazione dall’inizio degli anni 90 con la legge 2 gennaio 1991, più comunemente conosciuta come “legge istitutiva delle Sim”, (dove per Sim si intende Società di Intermediazione Mobiliare), ma questo fu solo l’inizio di un percorso che ha visto in questi oltre trenta anni un radicale cambiamento che ha trasformato un’istituzione pubblica, controllata da organismi statali, in un’organizzazione privata partecipata anche da capitali stranieri; da un punto di vista tecnico, una trasformazione radicale ha visto le negoziazioni diventare telematiche e liquidate per contanti e non più a termine.

L’Ampliamento dell’Accesso al Mercato per le Medie Imprese

Di questa evoluzione hanno beneficiato, specie in questi ultimi anni, anche tante società di medie dimensioni che una volta erano impossibilitate ad accedere al mercato dei capitali. Questo perché, prima delle riforme, la Borsa Italiana prevedeva un listino di azioni quotate rappresentate solo da società di grandi dimensioni, con capitali sociali elevati, strutture organizzative ben solide e patrimoni immobiliari notevoli, da sempre sinonimo di solidità finanziaria. Le azioni venivano ammesse alle quotazioni solo dopo avere superato severissimi esami, e già dotate di una buona capitalizzazione. Si proponevano quindi sul mercato dei capitali solo società che potevano garantire il più possibile gli investitori che credevano in esse.

Gli Obiettivi delle Riforme: Visibilità e Attrattività Internazionale

Ma uno degli scopi delle riforme era anche quello di dare al listino milanese una maggiore visibilità ed attrattività anche agli investitori stranieri e per fare ciò la prima cosa necessaria era quella di aumentare il numero delle società quotate, dando anche l’opportunità a realtà più piccole di accedere al mondo del mercato dei capitali, cosa che consente maggiore visibilità e, all’occorrenza, la possibilità di raccogliere danari freschi proponendo al pubblico un aumento di capitale.

Il Listino Milanese e il Confronto con i Mercati Globali

Già dagli anni 80 gli addetti al settore sostenevano che il listino milanese, solo crescendo grazie al numero di società quotate, poteva cercare di paragonarsi ai mercati mondiali, non proprio come New York (dove sono quotate migliaia di azioni) ma quanto meno come le principali piazze europee.

La Struttura Attuale del Mercato Telematico Azionario (MTA)

Fatte queste dovute considerazioni vediamo al momento in quanti segmenti, così denominati, si compone il listino di Piazza Affari; vale la pena chiarire che la tecnica di negoziazione, orari, piattaforme elettroniche di scambio, formazione prezzi ed operazioni eseguite e liquidazione delle operazioni sono simili per tutte le azioni. Quello che leggiamo un certo giorno su un giornale cartaceo o su un sito finanziario è il listino di chiusura con i prezzi del giorno precedente che comprende, in genere in ordine alfabetico, tutti i titoli quotati. La distinzione per segmenti va vista per classificare le società del listino o che si apprestano ad entrarci in base alle caratteristiche patrimoniali e di governance.

1. Il Mercato Telematico Azionario (MTA)

Tutto il listino nel suo insieme, quindi, è l’MTA (Mercato Telematico Azionario). Leggendolo, troviamo i nomi di azioni che rappresentano società di grandi dimensioni, dotate delle caratteristiche elencate prima, molte di queste in listino da tanti anni e oramai diventate società di interesse internazionale conosciute ed apprezzate ovunque, le cui azioni sono nei portafogli delle grandi società finanziarie e in quelli di piccoli risparmiatori. Ma ci imbattiamo anche in nomi di società poco conosciute dai più, o perchè appartengono a particolari settori di attività, o meglio ancora perché da poco tempo hanno iniziato ad essere quotate, quindi pubbliche e negoziabili da tutti.

2. Il Segmento Star

Per potere meglio raggruppare le società quotate in base a determinate caratteristiche si è proceduto alla divisione per segmenti, di cui ora vedremo.

Una parte di esso è composto dal segmento Star nel quale sono quotate aziende con requisiti di eccellenza e capitalizzazione tra i 40 milioni ed 1 miliardo di euro. L’indice di riferimento è l’FTSE Italia Star.

3. Il Segmento Mid Cap

Il segmento del Mid Cup comprende invece le società a media capitalizzazione, calcolato dalle prime sessanta società per capitalizzazione. Anche questo gruppo di società è dotato di un indice che ne rappresenta l’andamento: l’FTSE Italia Mid Cap.

4. Il Segmento Small Cap

Esiste poi il segmento delle Small Cap, che comprende aziende con una capitalizzazione inferiore ad un certo limite. L’importanza però di queste società per il listino è dimostrato dal fatto che esiste uno specifico indice l’FTSE Italia Small Cap.

5. L’Indice FTSE MIB 40

Dell’indice FTSE Mib 40 abbiamo già parlato nel primo articolo della rubrica “Pillole” pubblicato lo scorso 2 luglio. Abbiamo detto che è considerato il principale indice di riferimento del mercato azionario italiano e segue l’andamento in dettaglio delle società di primaria importanza ed a liquidità elevata prese dai diversi settori.

L’Influenza dei Settori sull’Indice FTSE MIB

Un’ultima considerazione più strettamente tecnica, relativamente a come le azioni dello stesso comparto finanziario in esso contenute possono a volte influenzare in un verso o in un altro l’andamento dell’indice merita comunque una menzione.

Se vediamo l’attuale composizione dell’indice notiamo che ad esempio il settore delle azioni bancarie è formato da otto/nove azioni dei principali colossi del credito, banche con enormi patrimoni e capitalizzazione. Molte di queste nell’attuale momento di trasformazione del settore (spesso si sente parlare del “risiko bancario”) vede fusioni, incorporazioni tra istituti di credito, proposte di offerte di acquisto o scambio tra società bancarie. Può accadere che le notizie diffuse in merito possono influenzare in un verso o nell’altro l’andamento dei titoli del settore. Ciò avviene a volte creando anche grandi rialzi o ribassi ai prezzi dei titoli oggetto di interesse. Siccome l’incidenza di queste azioni è quasi il trenta per cento del peso di tutto l’indice è facile comprendere come possa influenzarlo.

Conclusioni e Approfondimenti

Con questo, quindi, un lettore attento in caso di grandi oscillazioni dell’indice a fine giornata fa bene ad approfondirne la causa, andando ad analizzare se un comparto in particolare ha trascinato la seduta al rialzo o al ribasso.

Rinviamo gli interessati che desiderano approfondire l’argomento ai tanti siti internet presenti sul web che possono dare una mano a comprendere meglio. Per chiarezza ed anche semplicità di esposizione suggeriamo sempre un passaggio sul sito ufficiale di Borsa Italiana, che oltretutto garantisce aggiornamenti costanti.

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